Mio padre una volta mi disse che vivevo di “stelle”, intendendo che deficitavo di pragmatismo.
Mia madre una volta al telefono mi disse (in fiorentino) “la psihanalisi…ì teatro…ma quarcosa di concreto quando tu inizierai a farlo”.
Dare una mano qualcuno a rialzarsi da un sonno depressivo non è concreto? Commuoversi a teatro non è concreto?
A diciannove incontrai il mio primo analista che una volta mi disse “Lei si sceglie sempre strade complicate”. Lo amavo, ma questa frase non la capisco. Esisterebbero strade non complicate?
Comunque in un modo o nell’altro sono arrivata a fare quello che desideravo.
Psicoanalista e attrice. Mentre studiavo e prima di riuscire a praticare la professione ho fatto molti altri lavori, cameriera, operatrice di mensa, rappresentante cosmetica, esselunga, barista, vendemmie, educatrice in cooperativa. Vivevo, ai tempi dell’università, in una casa al piano terra con giardino, alluvionata nel ’66, mai ristrutturata, con una perenne bora di umidità che saliva dal pavimento eppure per me era il paradiso. Pur di spendere poco ci sembrava tutto un paradiso. Poi altre vicende su vicende. Il teatro l’ho incontrato per caso a 24 anni. Da bambina ballavo, ero brava, la mia insegnante diceva che grazie alla mia espressività sopperivo le lacune della tecnica. A 24 anni volevo riprendere a ballare, andai a iscrivermi a un corso di danza araba del quartiere. Finiti i posti disponibili. In alternativa c’èra un corso di teatro; perchè no? Mi innamorai subito del teatro perchè adorai i miei primi insegnanti. Quelli che non praticano atti di potere o di seduzione e che si mettono in gioco con te.
E poi altre vicende. Dopo la laurea non sapevo bene che tipo di “psico” volessi diventare, cosa mi muovesse di più e mi iscrissi alla Scuola di Psicoterapia Comparata di Firenze, una bellissima esperienza, dal nome stesso si capisce che metteva a disposizione un coacervo di esperienze, affinché ognuno trovasse la sua strada. Ho avuto la fortuna di fare terapia didattica con uno psicoanalista lacaniano, Mario Ajazzi Mancini, che mi introdusse all’amore per la poesia e al rigore linguistico. Dopo la specializzazione cambiai analista, Adalinda Gasparini, di origine junghiana e di traguardo freudiano, che mi introdusse all’umanità della cura, all’amore per la fiaba e a un dialogo continuo, che ancora oggi va avanti, fra clinica, teoria e transdisciplinarietà.
In teatro dopo essermi diplomata alla Scuola Teatro d’Almaviva, ho frequentato per un pò i laboratori della Pergola, ho poi incontrato Silvia Guidi, attrice e performer, con cui ho approfondito la mia esperienza di formazione.
E così
Psicoterapeuta, psicoanalista, svolgo attività clinica privata.
Ho fondato insieme ad altri colleghi l’associazione “Dedalo, Psicanalisi Laica Fiorentina” affiliata FIDA (Federazione Italiana Disturbi Alimentari).
Socia di Fairitaly Onlus associazione che si occupa di psicoanalisi e fiabe.
Attrice e regista teatrale, con gioia. Docente per la Scuola di Psicoterapia comparata in materia di uso delle fiabe e del teatro in psicoterapia.
Mi occupo di formazione a vari livelli, quando è possibile ibridando il teatro e la psicoanalisi.